lunedì 10 novembre 2014

San Rufo: tra storia e annedoti

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Mulini



La zona dell’attuale San Rufo ha visto l’avvicendarsi di alcuni borghi tra cui quello romano di Casalvetere, scomparso presumibilmente in epoca medievale, e di alcuni pagus romani. Più tardi, intorno al IX-X secolo, in posizione dominante nacque il Borgo di Calvanello intorno all’omonimo castello, in difesa delle scorrerie saracene che imperversavano nella pianura.

Ne restano solo i ruderi della torretta e della costruzione che ospitava il corpo di guardia. Probabilmente tra il XIII ed il XIV secolo il borgo fu distrutto, per reciproca sopraffazione, dal vicino Borgo Marzio, mentre secondo la tradizione fu raso al suolo dal Castello di Teggiano.

Già nei documenti antecedenti l’anno Mille è attestata l’origine dell’attuale San Rufo, che la tradizione popolare vuole derivi dall’insediamento di alcuni pastori provenienti dalla vicina Diano.
Fino al XVII secolo San Rufo fu feudo dei Pellegrini, passando ai baroni Rinaldo nel 1697 e poi  ai Laviano nel 1779. Il territorio comunale si estende soprattutto in montagna e in collina e ricade in gran parte all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

"Fondanieddo"


Nel centro storico, ad oltre 600 m s.l.m. a ridosso del Passo della Sentinella (collegamento strategico tra il Vallo di Diano ed il Cilento sin dalla preistoria), si incontra il cosiddetto “Fondanieddo”, un fontanile così denominato per la scarsità d’acqua che sgorga da un grosso mascherone di pietra, e la Fontana Sottana, uno dei più frequentati lavatoi pubblici di un tempo.






Lungo il torrente Marza ed i suoi affluenti sono visibili alcuni degli antichi mulini ad acqua, che conferiscono a questi luoghi, già di per se stessi notevoli dal punto di vista paesaggistico e naturalistico per l’alta biodiversità, anche un interesse archeologico-industriale.

Immerso nel verde dei folti castagneti della località Liverti, il rifugio omonimo, raggiungibile anche in macchina e in minibus, offre ospitalità agli escursionisti. La vicinanza dei ruderi del Castello di Calvanello conferisce a questa zona anche un interesse culturale.



Rifugio Liverti


Aneddoti e curiosità

Tra le tante curiosità sanrufesi ne ricordiamo alcune:


  • Alcune abitazioni, tra cui casa Costa in Corso Garibaldi e la ex casa Marmorosa alla fine dell’attuale via XX Settembre, disponevano di un cunicolo sotterraneo utilizzato per la fuga durante il periodo del brigantaggio, un fenomeno molto diffuso a San Rufo, tant’è che all’ultimo piano di casa Caggiano, durante la costruzione post-sisma 1980, furono visti i sedili posizionati lungo le pareti, dove qualcuno sosteneva che i briganti si sedessero per "consigliare".


  • Don Luigi Mattina, nato a metà Ottocento, donnaiolo di primordine, conviveva con tre amanti sanrufesi di origini popolane: ebbe ben 60 figli illegittimi.  Il  figlio legittimo Alberico, uomo di indole completamente diversa, Questore di Roma, dirigente della scorta del Presidente della Repubblica, obbligò il padre a riconoscere tutti i figli illegittimi. In ragione dei suoi grandi poteri, una volta fece fermare il treno in una città per salutare l’avvocato Michele De Vita che lo aveva avvisato che stava andando a salutare, capitando però in un momento in cui Alberico Mattina non avrebbe potuto riceverlo per i suoi importanti impegni.


  • Il proprietario del mulino Greco, di cui restano i ruderi in Via Piano Mulino lungo il torrente Marza, una sera perse al gioco il suo mulino che, fatalmente, durante la notte la piena demolì.


a cura di Maria Pagano
Consorzio Pro Loco

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