lunedì 27 aprile 2015

Il culto micaelico a Sala Consilina: tra sacro e profano.

La “barca” con il bambino nei panni dell’ Arcangelo e il bagno di folla dinanzi alla Chiesa della SS. Annunziata


La statua di San Michele Arcangelo viene custodita fino all’8 Maggio in una bellissima “caggia” dalle tarsie e decorazioni lignee invidiabili, oggi posta nella Chiesa della SS. Annunziata in Piazza Umberto I.


È un culto antichissimo per il mio paese che, nel 2013, ha festeggiato l’ottocentenario dell’apparizione sul Monte Balzata proprio di un Arcangelo ad un pastorello, apparizione che poi ha decretato la costruzione del magnifico Santuario, ancora oggi visitabile. Il 29 Settembre è il “culmine” dell’espressione votiva di tutta la popolazione verso il Santo Patrono. Ma non si può non assistere a tutto il susseguirsi dei rituali pagani che precedono la Festa.

La sera del 28, infatti, non si può perdere l’appuntamento con la “barca”, una vera e propria barchetta di legno su cui viene fatto salire un bambino che veste gli abiti dell’Arcangelo, e che viene portato in processione per le stradine strette strette dell’antico tessuto urbano, seguito da un bagno di folla per tutta la durata del percorso.

Gli uomini che sorreggono la barca, la faranno oscillare dinanzi alla Chiesa dell’Annunziata con dei moti che richiamano cenni medioevali riferiti al ciclo annuale della fecondità della terra. Siamo a settembre la natura è quasi pronta ad assopirsi per poi svegliarsi in primavera.

Il bambino reciterà al Santo alcuni versi, dei veri e propri inni anche la mattina del 29 Settembre, quando in largo “Ugo bassi”, fulcro dell’antico borgo, lo stesso eseguirà il “Volo dell’Angelo”, poco dopo che la statua portata in spalla, giungerà dal monte al paese.

Inni a San Michele Arcangelo, il bambino gli offre uno dei doni il cero.

Trattasi di un volo aereo seguito dagli astanti con il naso all’insù. Tutto funziona alla perfezione, il bimbo saldamente imbracato arriva dinanzi alla statua e offre 3 doni (dei fiori, dell’incenso ed un cero), recita 3 strofe in dialetto salese, tra la commozione dei molti, e così ringrazia il Santo che per secoli ci ha salvati da pestilenze e sismi difendendoci con la spada e lo scudo.


Molto ancora c’è da sapere su questa festa che per 3 giorni mobilita fedeli da ogni parte del mondo… Ma non posso raccontarvi tutto… VENITE A SCOPRIRLO!

Testo e foto a cura di Michela Porpora

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